A cura di Stefano "Du Spaghi" Lisi
TUROK:
DINOSAUR HUNTER
Fare il cacciatore di dinosauri è sempre stato uno dei miei
passatempi preferiti. Specialmente da quando quei bestioni si
sono estinti...
Ebbene sì, devo
proprio confessarlo, da vero PC-ista convinto quale sono da
parecchi anni, comincio un po a sentire il fiato sul collo
da parte delle console della nuova generazione. Prima il
Playstation e ora questa assurda belva feroce che è il Nintendo
64, stanno pian piano scalfendo il monumento in granito che avevo
innalzato al mio adorato Picchio, relegandolo a incolore macchina
da lavoro. Eppure adesso con i nuovi acceleratori grafici e le
decine di periferiche destinate al gioco (e il Pastore ne sa
qualcosa...), anche il PC dovrebbe essere in grado di regalare
emozioni paragonabili, se non addirittura superiori, a quelle dei
giochi per console, eppure, quando ci si trova di fronte a
capolavori assoluti come il Turok che stiamo andando ad
analizzare oggi, cè davvero il rischio di imbruttirsi.
Ispirato liberamente, ma nemmeno troppo, a una serie a fumetti
che qui in Italia ha saputo solamente raccogliere le briciole di
un mercato sempre più inflazionato, Turok narra le avventure di
un giovane guerriero nativo americano in un mondo un tantinello
violento e pericoloso. Dovete
infatti sapere che la vicenda è ambientata in una famigerata
"Lost Land" in cui preistoria e futuro si incontrano e
la tecnologia di una spietata razza aliena ha consentito agli
invasori di allevare, grazie a una serie di innesti biomeccanici,
una terribile stirpe di dinosauri meccanici dalle tendenze
omicide. Questo piccolo grande capolavoro della Acclaim rientra
nel filone deigli sparattutto in soggetiva, i giochi alla Doom
tanto per intenderci, o forse dovremmo dire alla Quake, dato che
lultimo parto della ID è il titolo che maggiormente si
avvicina a Turok. Anche in questo caso, dunque, vi ritroverete a
girovagare per una serie di scenari raccogliendo armi, armature,
oggetti bonus e cellule di energia, scaricando i caricatori
addosso a una moltitudine di abominazioni senza precedenti. Come
in ogni buon gioco del genere non dovrete solamente correre e
sparare a tutto ciò che si muove (mi raccomando: qualche raffica
anche a ciò che sta fermo non dovrebbe guastare...). Lo
scopo principale in ciascun livello, a parte il portare a casa la
pellaccia, è il recupero di tre chiavi, mediante le quali si
può procedere oltre nellesplorazione che inevitabilmente
vi porterà allo scontro finale con il mega mostrone definitivo.
A differenza dagli altri titoli del genere, in Turok le
ambientazioni saranno molto più varie ed eterogenee e non
riguarderanno soltanto strutture al chiuso, anzi, gran parte
dellavventura si svolgerà allaperto in scenari
davvero mozzafiato.
Ma quello che impressiona maggiormente sono le incredibili
animazioni. Ogni personaggio, umano, alieno o dinosauro che sia
ha un comportamento estremamente realistico e la perfezione delle
animazioni rafforza questa sensazione. Basti pensare ai soldati
feriti che cercano di arrestare il sangue che zampilla dalle
ferite o che cercano incvano di mettersi al riparo dai vostri
colpi correndo a zig zag. Per non parlare dellabbattimento
dei pesanti triceratopi che ricorda troppo bene scene di caccia e
bracconaggio che non vorremmo mai vedere.
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