ELECTRONIC ARTS per PC


a cura di Giancarlo "Jack" Albertinazzi

In principio era il cesto...

 

Tutti conosciamo la pallacanestro come si gioca ai giorni nostri; non tutti forse conoscono le origini di questo bellissimo sport. Il mio proposito per questi poche righe è di raccontarvi l'avvincente storia del basketball. "In principio era il cesto..." racconta il più antico scritto riguardante il basket. Infatti i primi uomini che pensarono di spendere il loro tempo libero in modo diverso cominciarono con un cesto bucato. Correva l'anno 5000 a.C. circa e un gruppetto di pastori africani della tribù dei Jordani si era ritrovato alla fine del periodo di pascolo al loro villaggio per godersi un meritato turno di riposo e di divertimento. I giorni passavano lenti e noiosi perché i pastorelli erano stufi e arcistufi e strastufi di giocare ai soliti giochi, tra i quali spiccavano: "centrone del guerriero", passatempo un po' primitivo (ma va?) che consisteva nel centrare con inaudita violenza un malcapitato voltato di schiena il quale, per non prenderne altre, doveva indovinare il massacratore di turno, sempre se il colpito era ancora cosciente; "stregone libero", nel quale un giocatore sorteggiato andava in giro con una lancia avvelenata nel tentativo di colpire gli altri e paralizzarli col veleno; "Ce l'hai", che consisteva nell'attaccare una sanguisuga sulla carne di uno dei giocatori che a sua volta doveva staccarsela, con immenso dolore, e riattacarla su di un altro fino al dissanguamento dei concorrenti. Finchè un pomeriggio, dopo aver giocato al "centrone", il gruppo era riunito all'ombra oziando noiosamente quando accadde l'imprevedibile. Un pastorello stava giochicchiando con una crocchetta di patate un po' possa e gommosa facendola rimbalzare per terra e riprendendola in mano, quando ad un certo punto fissò con sguardo acuto e furbo un cesto di vimini appeso ad un albero (Il cesto era stato sfondato nel gioco appena concluso poiché era stato usato come oggetto contundente per sferrare un bel centrone andato ovviamente a segno) e con grande stupore tirò la crocchetta dentro il canestro e questa ricadde dal buco. Il pastorello colto dal primo "slancio euforico da canestro" della storia saltò per tutto il villaggio come un matto urlando frasi tipo "Siii!!! L'ho centrato", "Ho centrato il cesto", "Il cesto, il cestooooo!!!". Provarono così anche gli altri e se all'inizio si mettevano in fila per poter tirare la crocchetta, dopo pochi minuti cominciarono a fregarsi la rudimentale e casareccia "palla" perché tutti si esaltavano nel centrare il cesto, o canestro che dir si voglia e che non ci riusciva, subito voleva riprovare senza rifare la fila. Dopo altri minuti si era formata una gran zuffa alla quale l'antichissimo manoscritto indica come la prima partita di basket, anche se essa non era regolamentata. Da quel giorno il gioco si diffuse a macchia d'olio tra i vari villaggi e le varie tribù e fu stilato anche il primo regolamento della storia nel quale venne introdotto l'obbligo del palleggio, il numero dei canestri (due), la forma del cosidetto campo (rettangolare) e la consistenza della palla: la crocchetta doveva essere di almeno due settimane e doveva essere in assenza di morsi e strappi vari. Indimenticabili furono le prime sfide tra opposte tribù, come quelle tra Watussi e Pigmei, vinte sempre (contrariamente a quello che ci si potrebbe attendere) da questi ultimi, in quanto il canestro era fissato a due piedi da terra e quindi era più vicino ai notoriamente piccoli Pigmei. Solo dopo la ventesima sconfitta sul campo, ma soprattutto dopo la guerra tra le due tribù vinta dai Watussi, il regolamento fu cambiato e il canestro fu portato ad una altezza più adeguata e raggiungibile solo dai più alti. Inutile dirlo che le innovazioni furono tantissime nel corso dei secoli e oggi tutti possiamo rendercene conto guardando le partite in TV o giocando a giochi come questo bellissimo NBA LIVE 97. Per la storia è tutto (o quasi), la parola ai commenti.

Non c'è che dire: sembra proprio di essere in campo, o meglio sembra proprio di giocare con la televisione. Infatti la digitalizzazione in NBA LIVE 97 è usata in modo veramente spettacolare, come spettacolari sono le caratteristiche di tutto il gioco. Spettacolari sono anche le richieste "minime" per poterci giocare: Pentium 75, 16 MB RAM, e via di seguito. Per non parlare delle richieste "raccomandate": Pentium 133, altrattanta RAM, ecc. Insomma il gioco è graficamente ( e non solo) molto appagante, ma è ovvio che anche la macchina su cui deve girare deve essere all'altezza. Dal punto di vista della giocabilità, ci assestiamo su livelli decisamente buoni, e la mancanza di alcuni frame nell'animazione non compromette di certo l'azione, anzi, semmai la velocizza. Non è un capolavoro nel vero senso del termine (altrimenti si sarebbe cuccato la medaglia), ma resta un prodotto da acquistare.

PRESENTAZIONE 86%
Ottimo il filmato introduttivo, ricco di opzioni tutto il gioco, ma, di conseguenza, l'azione è spesso rotta da questo o quel pannello.

GRAFICA 88%
Molto ben definita e realistica. Peccato che qualche frame in meno rovini un po' la fluidità delle animazioni.

SONORO 95%
Adeguato e veramente pompato.

APPETIBILITA' 88%
I giochi sono tanti, ma questo...

LONGEVITA' 85%
Vi piacciono i giochi sportivi ? E allora...

GLOBALE 87%
Il gioco mi aggrada molto e alla EA sono proprio bravi.