LUCASFILM per C64
ANTEFATTO
Stravolto dalla pressione del lavoro per Zzap!, uno dei nostri più fidati redattori sceglie di rischiare il tutto e per tutto fuggendo all'estero: pensando che una gita negli Stati Uniti sia il modo migliore per divertirsi migliorando il proprio inglese, il vigliacco prenota un biglietto aereo per Los Angeles, ma nel far questo compie un errore madornale.
Il tapino non sa che delegando la prenotazione alla nostra gentile segretaria si era messo in una trappola micidiale: i nostri celeberrimi e rapaci Ed & BDB (sembra il nome di un'agenzia di pubblicità!), intercettata la telefonata, hanno infatti colto l'occasione per appioppare al fanciullo una di quelle interviste esclusive che hanno reso famoso il nuovo Zzap! - con la Lucasfilm.
La famosa ditta di software fondata dal creatore di Guerre Stellari era stata scelta a causa della disponibilità nei nostri confronti ma soprattutto per la sua grandiosa produzione, che come tutti sapete comprende anche il grandioso Zak McKracken And The Alien Mindbenders, il programma di più grande successo degli ultimi tempi.
Una volta tirata la fregatura al collaboratore, abbiamo atteso con impazienza il suo ritorno, ma quando ce lo siamo visti ritornare in ufficio con un berretto con le orecchie di Topolino e la maglietta "I love Disneyland" siamo rimasti più stupiti del previsto: non certo per la maglietta o le orecchie (qui siamo abituati a molto peggio...), ma per i quattro dischetti che teneva in mano, insieme ad una versione fotocopiata del manuale di... Zak McKracken 2!!!!!
UNA MOLE DI GIOCO
Da quel che abbiamo capito dal suo racconto concitato, la Lucasfilm ha pensato bene di mettere sotto pressione i suoi programmatori per produrre un degno seguito del loro programma di maggior successo, che pare aver venduto diversi milioni di copie ed è ancora richiesto. Il risultato è questo programma, che prosegue il racconto delle avventure del nostro giornalista preferito dal punto in cui le avevamo lasciate alla fine di ZMKATAM. Il programma è contenuto su ben quattro dischetti a doppia facciata, che possono essere caricati solamente in presenza di una piccola chiave di protezione hardware inserita nella porta utente del computer.
Il gran numero di talenti utilizzati nella realizzazione di questo titolo ha permesso la creazione di un gioco assolutamente innovativo, che pur mantenendo lo spirito del suo predecessore presenta un gran numero di novità tecniche.
Vediamole insieme...
DON'T PANIC!
PANIC NOW!
Il gioco comincia con una delle famose sequenze cinematografiche della Lucasfilm: Zak e la sua compagna Annie si trovano nella loro accogliente baita di montagna, intenti alle loro faccende mentre fuori splende un sole stupendo. Zak sta lavorando al suo libro "Come ho sventato un complotto intergalattico..." sul suo computer (si direbbe un Macintosh), mentre Annie decide di portare a passeggio il loro gigantesco e pelosissimo cagnolone, chiamato Zlorfik.
Dopo aver salutato amabilmente il suo eroico maritino, Annie esce dalla baita, ma subito un urlo (digitalizzato!) turba la calma del giornalista: Annie rientra in lacrime con un collare vuoto fra le mani. Zlorfik è sparito!
Presi dal panico, i due corrono al telefono per avvertire la polizia, ma nel fare questo passano di fronte a un televisore da cui apprendono che non solo il loro superaffettuoso Zlorfik, ma tutti i cani a pelo lungo della Terra sono spariti immediatamente.
Cosa sta succedendo?
Perché il pesciolino Sushi continua a nuotare seguendo una traiettoria quadrata? Perché nessuno riesce più a contattare le casalinghe di Detroit, che tornate dal loro viaggio su Marte hanno aperto un istituto di astrofisica a Las Vegas? Come mai la nota giornalista televisiva Lori Amore (ve la ricordate?) è stata sostituita da un impacciato commentatore baffuto che porta sempre cappello e occhiali? Cosa c'entra tutto questo con la pioggia di meteoriti che si sta abbattendo sulla Terra?
Come sempre, l'onere di trovare una risposta a tutte queste domande ricade sulle strette spalle di Zak, che parte per la sua seconda avventura, impegnato a fermare i redivivi Mindbenders.
PROFONDITA'... TRIDIMENSIONALE
Non appena il gioco comincia, ci si rende conto delle prime novità: la schermata alta mezzo video sovrastante i comandi in cui si sviluppava tutto il primo capitolo dell'avventura e la presentazione di questo gioco viene rapidamente sostituita da una visuale prospettica sul tipo di quelle usate nel vecchio Labyrinth, e nelle scene di più ampio respiro da una rappresentazione isometrica del mondo di gioco.
I tre tipi di rappresentazione continuano a susseguirsi con i nostri spostamenti, ed un azzeccatissimo effetto "telecamera & zoom" ci porta da una all'altra: questo tipo di grafica è stata scelta indubbiamente a causa dell'enormi dimensioni dell'area di gioco, che non comprende solo un gran numero di località terrestri, ma persino altri pianeti ed ambientazioni spaziali. Un'ulteriore novità è rappresentata dalla presenza di piccole sequenze arcade (esilarante quella in cui Zak deve attraversare a piedi una gigantesca e trafficatissima autostrada americana!) in cui è richiesta una certa abilità manuale, e dagli intermezzi cinematografici che ora sono molto più numerosi e vari che non nel primo ZMKATAM.
Se sul piano della grafica le novità sono piacevoli ma senza dubbio poche (per favorire la chiarezza dello schermo) è nella sezione "sonoro" che questo gioco dà il meglio di sé. Le famose musiche stridenti della Lucasfilm sono state sostituite da una serie di colonne sonore dell'ormai cittadino statunitense Rob Hubbard, ed in ogni situazione veniamo bombardati da effetti campionati e... dialogo! Ogni personaggio del gioco parla con una chiarezza assoluta (i responsabili sono gli stessi delle voci di Impossible Mission) e con accenti particolari che spesso danno luogo a simpatiche gag, e nel caso dei personaggi più importanti la Lucasfilm ha addirittura scomodato dei famosi attori di Hollywood per dare la voce ai nostri beniamini.
La lista dei doppiatori indicati sul manuale di gioco è impressionante, ma vogliamo ugualmente riportare alcuni di essi per darvi un'idea della qualità del programma: Annie Larson è stata doppiata da Kathleen Turner, lo stregone africano da Eddie Murphy, Zak McKracken da Chevy Chase e nella parte del re alieno The King (ricordate la sua passione per il rock?) troviammo addirittura il grande Elvis, digitalizzato da incisioni di proprietà della moglie!
Sempre nella pagina dei "credits", un altro nome attira facendo una piacevolissima sorpresa: la sceneggiatura del gioco, infatti, è stata affidata a colui che aveva ispirato con le sue opere demenzial-spaziali la prima avventura di Zak, il grande ed unico Douglas Adams, autore della Guida Galattica dell'Autostoppista. L'opera di questo genio del nonsense tecnologico è sempre presente e tangibile in ogni fase del gioco, e saranno molte le risate che farete alle spalle dello spazzino di Chicago bersagliato dale lattine di bibita aliena o del turista giapponese che appare con la sua macchina fotografica nelle situazioni e nei luoghi più assurdi.
Essendo quella in nostro possesso una delle prime copie del gioco, il nostro inviato non ha avuto la possibilità di portare con sé anche tutti gli elementi che appariranno nella confezione definitiva: fra essi ci dovrebbero essere un travestimento da alieno (occhiali, naso e baffi finti), la medaglietta di Zlorfik e persino una copia dell'ultimo capitolo del libro di Zak, in cui possiamo finalmente apprezzare la prosa del simpaticissimo giornalista.
Sarò breve: ho solo cinque minuti per scrivere questo pezzo prima di tornare a quello che ormai è il mio gioco prediletto. Ho sempre sostenuto che il primo e sempre stupendo ZMKATAM fosse un po' grezzo in qualche particolare e quindi suscettibile di qualche piccolo miglioramento tecnico, ma non mi aspettavo niente di questo livello. A cominciare dall'impostazione cinematografica piena di zoomate, carrellate, cambi di prospettive resa ancora più efficace da una grafica ben definita e brillante grazie anche ad un azzeccato uso dei 16 colori del 64 e da un'animazione fluidissima. Se considerate poi l'effetto stereo-olofonico delle colonne sonore e degli effetti digitalizzati spremuti fuori dal SID, potrete tranquillamente sedervi in poltrona ed immaginare di essere al cinema. Ma questi dopotutto non sono che gli aspetti estetici del gioco, appena caricato Mindbenders Are Back si viene proiettati all'interno di una fantastica avventura dove tutto è possibile. L'intervento di Douglas Adams e del suo umorismo nonsense sulla sceneggiatura hanno sortito il loro effetto rendendolo ancora più esilarante del primo. Tutto è pensato in modo da vincolare il meno possibile il giocatore, avete in pratica un intero mondo con cui fare quello che volete. Non solo esistono diversi modi di arrivare alla fine, ma varie sono anche le soluzioni possibili. Mi è capitato, per esempio, di fuggire nella seconda Galassia con la Regina Nera di Phobos abbandonando Annie, Zlorfik e tutta la terra al loro destino, ovviamente con un punteggio inferiore al 100% della soluzione ottimale. Non perdetevi quello che, a meno di clamorosi sviluppi, è destinato a diventare il gioco del decennio. |
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